sabato 17 aprile 2010

POLISTEROIDE

CENTRO IGIENE TEATRALE
presenta
Polisteroide
Ho visto il mostro ma non ho paura
di Antonio Lepre e Francesco Pelliccio

(Ogni riferimento a persone o cose è assolutamente voluto)
Con:
Addio Alfonso: giornalista della Repubblica di Platone.
Aloschi Stefano: Paok; Cazzaniga.
Avolio Luca: arconte Quattromani.
Calabrese Paola: Lepriesta; fedele.
Califano Alberto: Don Pio Monetore sacerdote di Esculapio.
Di Giorno Barbara: Elettra; fedele.
Di Mare Maria: professoressa a contratto dell'Università pubblica di Atene.
Fanina Laura Luna: Zerbini; fedele.
Gori Giorgio: Zeus Sotèr.
La Rocca Carmen: Pellicet; fedele.
Lamberti M.Michele: Ènglaron; Hammamet.
Lepre Antonio: Karraturos laureato precario.
Maida Stefania: Noemis Kallipigias.
Minichini Roberto: Karagunis; Ronda; Den Xiao Ping.
Neri Paola: fedele; Buonannos.
Pasquariello Rosario: muratore Màstos.
Pelliccio Francesco: Tiresia.
Postiglione Enrico: muratore Fravecàtor.
Sorrentino Maria Rosaria: Ascalones; fedele; ragazza Mondolibri.

Scenografia Campana Alessandro

Disegno Luci Andrea Bonetti

Musiche Confuorto Claudio Giuseppe De Stefano

Regia Lepre Antonio


TRAMA

La vicenda ha luogo da nessuna parte in Grecitalia: un ragazzo ateniese, scosso dalle vicissitudini della sua pólis, sia sociali che politiche, decide di porre fine alla sua vita, ma a salvarlo è un extraellenico che gli propone di andare via dalla Terra e approdare su un asteroide. Volare alla ricera di un nuovo mondo, lontano milioni di anni luce, e fondare su questo asteroide una città, una Polis Asteroide, ma a recare disturbo a questa possibile creazione di una società civile c'è la comparsa di un inaspetatto…


POLISTEROIDE, “ho visto il mostro ma non ho paura” è una commedia scritta da Antonio Lepre e Francesco Pelliccio che riscopre Aristofane, il celebre commediografo greco, quale libero provocatore satirico ed utopico. In Polisteroide i due autori provano a riprodurre la stessa verve di Aristofane fingendo di aver ritrovato i frammenti di una sua ipotetica commedia scritta da lui medesimo e nascosta sotto la sabbia di Castel Volturno, intitolata ó´́, ovvero La città Asteroide.
Tale testo è una provocatoria inchiesta politica, economica, sociale, religiosa sulla società odierna, che nasconde una vuotezza di contenuti dietro il già pasoliniano riconoscimento formale di libertà. Vengono messe alla berlina, dietro la fittizia ambientazione greca, le tante anomalie della società italiana che diventa così sempre più povera e sempre più ignorante sia da un punto di vista nozionistico per via dei tagli sempre più numerosi sia, e soprattutto, resa peggiore dalla sempre maggiore adesione ad un modello di vita barbaramente consumistico, che priva l’uomo dei valori umani fondamentali, a partire dal rispetto dell’altro, anche se di orientamenti od opinioni opposte. Di fronte a questa terribile situazione non ci sembra il caso soltanto di gridare il nostro "No" a qualcuno ma di porre le basi per un futuro diverso, per una società che non viva un frettoloso sfruttamento di risorse, emozioni, attimi di vita.
E pur allibiti affermiamo con coraggio e dolore “vediamo il mostro ma non abbiamo paura” ed abbiamo voglia voglia, con de Andrè, che “le nostre pupille abituate a copiare inventino i mondi sui quali guardare”.
Questo testo, infatti, vuole aprire un filone che potrebbe chiamarsi Teatro-Giornale, ovvero, una comunicazione diretta, emozionale, come è ovvio che sia per il teatro, che comunichi la confusione di giovani, persone travolte da un mondo di caos, falsi valori e notizie dove, come direbbe Gaber, “c’è un aria, c’è un aria, che manca l’aria”. Teatro-Giornale soprattutto perché la struttura scenica è costruita in modo da sembrare un continuo e velocissimo avvicendarsi di differenti notizie vere della società italiana e rappresentata in fabula di modo che il concetto di epos scenico non sia fine a se stesso ma serva all'acquisizione e alla conscenza diretta di un fatto certo. Vedere per credere, si potrebbe dire. In questo progetto di Teatro-Giornale non desideriamo assolutamente dire che un'Italia è buona e l'altra è cattiva, lungi da noi, ma solo mostrare la nostra inadeguata condizione di vita reale senza falsi ed abietti veli comunicativi sia dei privati che di quelli ideologicamente schierati. Il nostro Teatro-Giornale si muove al grido di "lasciateci sbagliare".

Giovedi 22 aprile 2010 ore 21:00
Venerdi 23 aprile 2010 ore 21:00
Sabato 24 aprile 2010 ore : 17:30 ore 21:00
domenica 25 aprile aprile 2010 ore : 17:30 ore 21:00

Ingresso Euro 5

CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE al 327 003 66 90 oppure alla mail antonio.lepre@hotmail.it o a centroigieneteatrale@gmail.com