venerdì 28 gennaio 2011

ZIO VANJA: il rifiuto di una vita disgustosa

dal QUOTIDIANO IL ROMA
Marco Altore

Ritorna a respirare l’aria del teatro di fine ottocento, in particolare quel caratteristico modo di mettere in scena momenti di vita vissuta, ormai lontana, di un popolo che appare distante nel tempo ma che per certi versi è più vicino a noi più di quanto si possa immaginare. Al teatro Spazio Libero del Parco Margherita, andrà in scena, a partire da oggi (ore 18) fino domenica, lo spettacolo, di Anton Cechov, “Zio Vanja”. L’opera è considerata la più importante di Cechov, ha come tema centrale ciò che ormai si considera come “vita disgustata”, tema che si può osservare attraverso i personaggi e le loro rispettive miserie dal punto di vista economico, morale e spirituale. La povertà di Zio Vanja non si rispecchia, però, nella mancanza di un bene materiale, ma è riscontrabile nell’incertezza di non-essere per nessuno.

È come sentirsi, secondo il regista, l’ultima foglia di un albero secco in pieno inverno, la quale resta lì tremolante in attesa di una folata di vento per cadere. Questa folata però tarda ad arrivare, ma arriverà. La riduzione e il riadattamento dell’opera di Anton Cechov, Zio Vanja, eseguiti da Antonio Lepre, colgono quella “immobilità” cechoviana presente più che mai nel nostro vivere quotidiano. “Bisognava agire” è il continuo rimprovero di Cechov agli spettatori e, anche oggi, sembra forte questo slogan. Il parallelismo tra la società di Cechov e la nostra sta nel fatto che sia la società russa, oligarchica e burocrate all’inverosimile, sia la società italiana, con tutte le sue complessità, rendono faticoso al singolo individuo di progredire, di emanciparsi intellettualmente, di elevarsi socialmente ed economicamente. «Non è detto che una compagnia di giovani - dice Antonio Lepre, attore e regista - a Napoli debba mettere in scena solo testi conosciuti dal vasto pubblico. È importante riscoprire i classici per amare il presente. Riportare in auge le nostre radici teatrali, riqualificare un patrimonio artistico lontano più di un secolo, mostrare le attitudini storiche di un popolo allo stesso tempo diverso e simile al nostro,dal quale potremmo scoprire gli errori che ci portiamo dietro da centinaia di anni. Questo è il nostro obiettivo». Presenti nel cast Lauraluna Fanina, Roberto Minichini, Stefano Aloschi, Antonio Lepre, Maria Di Mare, Francesca Florio, Michele Lamberti, Melania Scarpato.

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